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Pride Month: un’opportunità per i brand di promuovere inclusività autentica attraverso il marketing

  • Immagine del redattore: Karly
    Karly
  • 6 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Giugno è il mese dell’orgoglio, il mese dell’arcobaleno, simbolo potente e universale di amore, libertà e inclusione.

Ma cosa significa davvero "essere inclusivi" per un brand oggi? È solo una questione estetica o è una scelta consapevole di posizionamento valoriale?

Ogni anno, in tutto il mondo, città grandi e piccole si colorano, eventi e parate invadono le strade, e le community LGBTQIA+ si uniscono per celebrare la propria identità, ma anche per rivendicare diritti ancora oggi non pienamente garantiti.


Dal marketing simbolico a quello autentico

È diventata prassi per molte aziende modificare il proprio logo con i colori dell’arcobaleno, aggiornare l’immagine di copertina e lanciare messaggi simbolici sui social.

Ma oggi, questo non basta più.

Le persone, e soprattutto le nuove generazioni come Gen Z e Alpha, pretendono autenticità: chiedono azioni concrete, progetti strutturati, comunicazioni inclusive che non siano solo “di facciata”.

Hai mai pensato a quanto il tuo brand stia parlando davvero al suo pubblico? E soprattutto: sta dicendo qualcosa che conta?


Il Pride è anche una leva di marketing strategico (e sostenibile)

Non è un segreto: le aziende operano in un mercato competitivo, ma l’inclusività non è solo una questione etica, è anche una scelta strategica.

La comunità LGBTQIA+ rappresenta un segmento con forte potere d’acquisto, e alcuni dati parlano chiaro:

  • l 78% delle persone LGBTQIA+ supporta brand che sostengono attivamente la causa

  • Il 75% si sente più legato ai marchi che comunicano in modo coerente questi valori


Usare però la bandiera arcobaleno non basta. Se un’azienda non dimostra autenticità, coerenza e impegno reale, rischia di subire un ritorno di fiamma: critiche pubbliche, perdita di fiducia e danni d’immagine.

I social media sono un megafono, ma anche uno specchio: riflettono la verità, non la facciata.

In un’epoca in cui i social media amplificano ogni messaggio, è fondamentale non cadere nella trappola del “rainbow-washing”.


Campagne che fanno la differenza: il caso Sephora x Lady Gaga

Un esempio di campagna coerente, autentica e globale?

Sephora lancia “We Belong to Something Beautiful” per il Pride Month 2025, con protagonista Lady Gaga, in collaborazione con Haus Labs e la Born This Way Foundation.

Non si tratta solo di visibilità.

Per tutto giugno, per ogni prodotto Haus Labs acquistato, 1 euro viene donato alla Fondazione, che supporta la salute mentale dei giovani e finanzia micro-progetti nelle community locali.

L’iniziativa è attiva in 20 mercati internazionali, compresa l’Italia. Un gesto concreto, che unisce valori e azione commerciale.


"We Belong to Something Beautiful" Haus Labs x btwfoundation
"We Belong to Something Beautiful" Haus Labs x btwfoundation


E in Italia?

Anche nel nostro Paese il Pride Month si sta affermando sempre di più come momento di visibilità e responsabilità. 

Personaggi pubblici, aziende e istituzioni partecipano attivamente alle parate, mentre sempre più brand italiani scelgono di diventare sponsor ufficiali o partner di eventi e iniziative a tema.




Marchi come LEGO, Apple, Zalando e Diesel hanno già avviato campagne inclusive, capaci di valorizzare l’identità di ciascuno, oltre ogni etichetta.






Social, Community e Generazioni: il potere delle connessioni

Oggi i social media sono il principale spazio di confronto e condivisione, soprattutto per le nuove generazioni, che li utilizzano per esprimere valori, emozioni e identità in modo diretto e autentico. In questo scenario, il potenziale di amplificazione è enorme, ma lo è anche il rischio.

Un brand percepito come incoerente o opportunista può vedere la propria reputazione crollare in poche ore.

Al contrario, chi dimostra coerenza e coinvolge la propria community in modo trasparente e autentico, crea legami forti e duraturi.

In questo contesto, la User Generated Content gioca un ruolo chiave: quando le persone diventano parte attiva del racconto, le campagne non solo acquistano maggiore forza, ma diventano anche più credibili e condivisibili.

È proprio in questa autenticità partecipata che i brand hanno l’occasione di fare davvero la differenza.


E tu, cosa stai facendo per comunicare valori autentici e inclusivi?

È il momento di fare la differenza, non solo nel mese del Pride.

Vuoi rendere il tuo brand più etico, inclusivo e strategico?

Contattaci e costruiamo insieme una comunicazione che lasci il segno.




Fonti:











 
 
 

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