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Effetto Priming: come la comunicazione visiva può entrare nella mente delle persone.

  • Immagine del redattore: Karly
    Karly
  • 25 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Hai mai scelto un prodotto senza sapere davvero perché?Oppure ti sei sentito “stranamente attratto” da una pubblicità?

Spoiler: non era un caso. Era priming.


Nel mondo del marketing e della comunicazione, c'è una tecnica invisibile ma potentissima che può influenzare le scelte dei consumatori prima ancora che se ne rendano conto: l’effetto priming.

Ma andiamo con ordine...


Cos’è l’effetto priming?

L’effetto priming è un meccanismo psicologico per cui uno stimolo (anche visivo o testuale) condiziona le risposte a uno stimolo successivo.


Facciamo un esempio:

Cosa vedi?

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Davanti a te hai un’immagine di una Mela, lo stimolo innescante detto Prime.

Ora prova a riempire gli spazi gli spazi vuoti.

Quali sono le prime parole a cui pensi?

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Molto probabilmente, le prime parole a cui ha pensato sono state ROSSA e FRUTTA.

Non ti saranno venute in mente parole come Russa o Fritta.

Questo è quello che viene definito Effetto Priming: quando vieni esposto ad uno “stimolo”, una parola, un’immagine o un suono, questo influenzerà il modo in cui risponderai allo “stimolo” successivo.

In questo caso, lo stimolo prime (la parola mela) ha facilitato il completamento delle parole target (rossa e frutta).



Tradotto nel marketing? Significa che :

quello che mostri oggi può influenzare le decisioni di acquisto di domani.

Un colore, una parola, un’immagine o anche una melodia possono innescare associazioni mentali che orientano il comportamento, spesso in modo inconscio.


Uno studio (Bargh, Chen & Burrows, 1996) ha dimostrato che chi veniva esposto a parole legate alla “maleducazione” era più incline a interrompere una conversazione.

Al contrario, parole legate alla “gentilezza” inducevano comportamenti più rispettosi.

Il cervello reagisce, anche quando non ce ne accorgiamo.


Comunicazione visiva: più di quello che vedi

Quando pensi al visual di un brand, non fermarti al “bello”: chiediti che emozione, pensiero o associazione genera.

Ecco come il priming si attiva nella comunicazione visiva:

  • Colori: il rosso attiva urgenza e passione, il blu trasmette fiducia.

  • Font: serif per autorità, sans-serif per modernità. Dettagli? No, trigger cognitivi.

  • Immagini: una foto felice di famiglia attiva ricordi, sicurezza, empatia. È solo una foto? No. È strategia emozionale.

  • Packaging: sapevi che se un nome di tè inizia con le prime lettere del tuo nome, hai più probabilità di sceglierlo? È successo davvero. (Brendl et al., 2009)


Ad esempio...

Lo studio di Brendl et al. (2009) mostra che le persone tendono a preferire prodotti (come un tè) il cui nome inizia con le stesse lettere del proprio nome. Questo effetto è dovuto all’"implicit egotism", cioè una preferenza inconscia per tutto ciò che ci assomiglia, anche solo nel nome.

Quindi, una persona di nome Marco potrebbe scegliere più facilmente un tè chiamato “Misty Blend”.


Neuromarketing: il cervello come guida strategica per il posizionamento del tuo brand

Il neuromarketing ha confermato che questi stimoli visivi non restano “fuori”: vengono processati dal cervello in millisecondi.

Attraverso tecnologie come:

  • Eye-tracking

  • Test di reazione

  • Analisi delle espressioni facciali

...si scopre come reagiamo a un logo, un video, o un sito prima ancora di pensarci consapevolmente.

Come riportato da Ismajli, Ziberi e Metushi (2022), queste tecniche permettono ai brand di andare oltre i classici focus group: vedere cosa funziona nel profondo della mente del consumatore.

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Sequenze e contesto: il potere dell’ordine

Anche l’ordine in cui vengono presentati gli elementi può innescare priming.

Un’immagine rassicurante prima di mostrare un prezzo alto? Può ridurre la percezione di costo.

Una parola come “esclusivo” letta prima di vedere un prodotto? Può farlo sembrare più desiderabile.

Non è magia, è attivazione cognitiva.

Il cervello crea aspettative e connessioni in tempo reale e ogni dettaglio può guidare la direzione della scelta.


Alcuni esempi concreti di priming

Uno degli esperimenti più affascinanti sul priming è quello condotto da Prinz e Seidel, nel quale i partecipanti venivano esposti a due tipi di musica:

  • “Morning Mood” di Grieg, serena e luminosa;

  • “Threnody for the Victims of Hiroshima” di Penderecki, cupa e ansiogena.

Successivamente, dovevano interpretare delle immagini ambigue (figure che potevano sembrare innocue o minacciose).

Risultato? Chi aveva ascoltato la musica inquietante tendeva a vedere pericoli dove altri vedevano neutralità.

Il cervello, in pratica, era stato "pre-condizionato" alla minaccia.


Un altro studio, condotto presso l’Università di Utrecht, mostra come odori appena percettibili influenzino il comportamento alimentare. In una stanza era presente un profumo di detergente, impercettibile ma sufficiente a evocare il concetto di pulizia: chi lo percepiva mangiava con maggiore lentezza e attenzione, soprattutto cibi salutari.

Un piccolo stimolo ambientale, un grande effetto sul comportamento.


E ancora: in un negozio di elettronica, bastava una semplice domanda per orientare l’acquisto. Ai clienti veniva chiesto se preferissero velocità o memoria. Chi rifletteva sulla velocità finiva per comprare un laptop con processore più potente. Chi pensava alla memoria, optava per più gigabyte.Il solo fatto di attivare un concetto ne aumentava il peso nella decisione finale.


Anche nel design delle pubblicità, il priming gioca un ruolo chiave. Quando uno stimolo (visivo, uditivo o testuale) viene presentato anche solo per pochi millisecondi, può influenzare la motivazione, la percezione del brand e l’intenzione d’acquisto.

Questo vale soprattutto quando il messaggio è allineato a un bisogno latente già presente nella persona.


L’effetto priming non è magia. È scienza applicata alla comunicazione.

E se usato con intelligenza, può trasformare un messaggio qualsiasi in un messaggio memorabile.

Ma attenzione: il potere del priming richiede competenze strategiche, design consapevole e conoscenza del comportamento umano.


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In Greys Company progettiamo identità visive e strategie di comunicazione.


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